E’ da qualche tempo che con Raffaella ragioniamo insieme sul legame tra musica e territorio. In particolare, inseguito ad un concerto di Capodanno ho scritto questo post per mettere l’accento sulla capacità della musica di contribuire alla creazione di processi identitari territoriali. Ho quindi riportato alcune riflessioni sorte in seguito alla mia partecipazione ad un concerto degli Almamegretta a Castelcivita, Salerno, il 31 Gennaio 2017.
Per chi non conoscesse il gruppo e volesse saperne di più, probabilmente, la prima cosa da fare sarebbe cercarlo su Wikipedia. In tal caso, le prime battute della pagina a loro dedicata sulla famosa enciclopedia digitale li descrivono così: “Almamegretta are a SKA/rap/dub/world/reggae group from Naples, Italy” (https://en.wikipedia.org/wiki/Almamegretta).
Come dire, l’autore del contenuto sulla pagina Wikipedia ha riassunto in poche parole l’essenza degli Almamegretta: 1) un gruppo; 2) i generi musicali cui fanno riferimento; 3) la provenienza geografica.
Tutto ciò potrebbe bastare ad inquadrali, seppur frettolosamente, all’interno del panorama musicale italiano. Per chi volesse approfondire, è possibile ricorrere ai potenti mezzi di internet per visualizzare la discografia, familiarizzare con la formazione del gruppo e con le canzoni. Tuttavia, ciò che non è facilmente intuibile dalle fonti reperibili sul World Wide Web è la relazione della band con il territorio di provenienza e, soprattutto, l’impatto che il gruppo napoletano ha avuto nella creazione dei processi identitari dei giovani campani, in particolar modo di quelli provenienti dalle province e dai territori considerati periferici.
Ascoltando le canzoni degli Almamegretta è facile individuare i tanti riferimenti al Sud Italia, e al Sud del mondo, nascosti o palesemente espressi sia nei testi che nel sound. Non occorre, infatti, avere l’orecchio assoluto per individuare musicalità ispirate, per esempio, a sound indiani e africani. Non bisogna essere uno storico per cogliere i riferimenti a fatti storici realmente accaduti contenuti nei testi. Ciò che non emerge chiaramente, e che invece vuole essere messo in risalto in questo post, è come le canzoni degli Almamegretta siano state determinanti nella creazione di una cosciente collettiva meridionale nei giovani che negli anni ‘90 erano fruitori della loro musica.
Come anticipato, lo spunto per questo articolo nasce dalla partecipazione ad un evento live degli Almamegretta nel comune di Castelcivita, in provincia di Salerno. All’evento, pubblico e gratuito, ha partecipato un’ audience variegata sia in termini di estrazione sociale che di età. Essendo il luogo dell’evento non molto collegato con i principali centri della Campania è possibile assumere che il concerto abbia intercettato soprattutto residenti e originari dell’entroterra del Comune campano in cui si è svolto l’evento e dei comuni limitrofi
Dalla mia diretta partecipazione al concerto hanno fatto seguito alcune riflessioni.
La prima ha riguardato l’audience del concerto. Infatti, mi è stato subito chiara una netta differenza anagrafica del pubblico in termini di partecipazione. Da una parte giovani e giovanissimi che non conoscendo le canzoni rimanevano in disparte, ai bordi della piazza, limitandosi ad un distaccato ascolto. Dall’altra, i “meno” giovani sui quarantanni, i quali, conoscendo perfettamente tutte le canzoni, invocavano il Rais (frontman del gruppo) posizionandosi sotto al palco come adolescenti che invocano Justin Bieber.
Partendo da questo dato e, in particolare, osservando il modo incredibilmente caloroso in cui i quarantenni hanno accompagnato la band durante la performance, è cresciuto in me l’interesse di approfondire il tipo di legame esistente tra i partecipanti e la band.
Attraverso le interviste che mi è stato possibile condurre, è emerso il profondo legame tra la questione identitaria dei partecipanti al concerto e gli Almamegretta. Lo stile del gruppo, fortemente basato sulla commistione tra passato e presente, lingua nazionale e dialetto, è stato descritto dagli intervistati come determinante nella propria formazione culturale. I testi degli Almamegretta sono stati raccontati come qualcosa a cui aggrapparsi per non sentirsi al di fuori del mondo ma al contrario sentirsi fieri di essere meridionali e rivendicandone l’appartenenza.
“Gli Almamegretta hanno installato nella mia generazione la consapevolezza di essere meridionale. Anche chi non ha avuto la possibilità di studiare ha potuto contare sulle canzoni degli Almamegretta per guardare al di fuori del piccolo contesto di provincia in cui viveva. Questo ha fornito, da una parte, una grande apertura mentale, ma dall’altra anche gli strumenti necessari a guardarsi dentro senza vergognarsi delle proprie origini” (Carmen, 39 anni).
Secondo gli intervistati, i testi degli Almamegretta sono stati anche determinanti per l’approfondimento del processo storico di Unità nazionale, dell’impatto sul Sud Italia e, per esempio, del fenomeno del brigantaggio. In base alle testimonianze raccolte è emerso che la generazione cresciuta negli anni ‘90 ascoltando le canzoni degli Almamegretta ha potuto ispirarsi ai loro brani per maturare una coscienza collettiva e sociale che li portasse a riflettere sulle proprie origini con un senso quasi di revange nei confronti del Nord del mondo. La riflessione sulle proprie origini, oltre che tramite i testi, dicono gli intervistati, è stata spinta anche dalla potenza del messaggio comunicato in dialetto napoletano.
Il caso degli Almamegretta contribuisce a confermare quanto sia potente la musica nel rafforzare processi identitari e favorire forme di costruzione sociale. Ad ogni modo bisogna anche dire che gruppi del genere sono sempre di meno sulla scena italiana. Quindi mi chiedo, in assenza di punti di riferimento contemporanei e con una preponderanza della musica anglosassone, spesso sprovvista di contenuti basati su istante territoriali e priva di alcuna appartenenza territoriale, se non si crei un vuoto per le nuove generazioni nella costruzione della proprio identità. In particolare, mi chiedo se sia possibile che l’assenza di riferimenti musicali capaci di veicolare le istanze di interi territori contribuisca ad influenzare negativamente la capacità delle nuove generazioni nel tirare fuori la voce aggregandosi intorno a problemi comuni.
Se circa 30 anni fa il motto di chi ascoltava gli Almamegretta era “nzisti tu resisti” (se insiti tu resisti), senza gruppi indipendenti lontani dalla musica commerciale mainstream chi guida gli adolescenti alla ricerca di chi sono e da dove vengono?